martedì 21 aprile 2020

Intervista a Tindaro Granata

Conoscete "La bisbetica domata"? E' una divertentissima commedia di William Shakespeare che sto studiando a scuola in questo periodo.  
Ho avuto l'occasione di conoscere Tindaro Granata, l'attore che interpreta il ruolo di Caterina, la Bisbetica. E l'ho intervistato. Tindaro è stato gentilissimo!!
Condivido con piacere l'intervista fatta Mercoledì 14 Aprile ed inoltre vi informo che questa settimana, fino al 24 aprile, è possibile  vedere lo spettacolo teatrale qui https://youtu.be/Q92r6C3LjWQ

Non perdete l'occasione!
Claudia S. 


Come è stato interpretare il ruolo di una donna? Quali sensazioni hai avuto? È stato imbarazzante?
È stato molto divertente, non mi sono mai imbarazzato. Mi sono preparato tanto per questa parte, la cosa più difficile è stata confrontarsi con attrici bravissime che hanno interpretato questa parte: Meryl Streep, Liz Taylor, Mariangela Melato. La paura era di essere all’altezza di questi “monumenti” mondiali della recitazione, ma proprio perché sono un uomo è stato un confronto diverso, facevo me stesso, ero più libero, istintivo. Ho cercato di non scimmiottare una donna, non farne la caricatura, ho fatto emergere la parte più femminile del mio carattere. Pensavo alle donne sedute in sala e non volevo che nessuna di loro si sentisse presa in giro.

La bisbetica domata è una commedia. Noi per ora abbiamo visto solo degli spezzoni. Il pubblico rideva? O come reagiva a questa storia?
Trattandosi di una grandissima commedia, la gente rideva tantissimo. La prima volta che siamo andati in scena hanno in realtà riso meno, perché noi eravamo un po’agitati, poi ci siamo sciolti e facevamo le cretine. Il pubblico rideva moltissimo. Tutti aspettavano il momento dell’incontro tra Caterina e Petruccio, lo scontro pazzesco tra il mondo femminile e il maschile, ma facendo ridere il pubblico lo accetta in modo leggero. Quando Caterina si sottomette, il pubblico ivece aveva aura perché prende coscienza che fosse orribile che la donna si assoggettasse. Il regista mi disse di interpretare una donna di ferro che si piega, e io ho pensato a Margaret Thatcher, primo ministro inglese degli anni ‘80, chiamata “Lady di ferro”. 

In quale momento, secondo te, Caterina cambia comportamento? Questo cambiamento è un’evoluzione o una cosa negativa?
Caterina cambia comportamento quando si incontra con Petruccio. Rimane folgorata da lui, dalla sfida, la competizione, rimane colpita quando lui le tiene testa. Shakespeare è un autore misterioso, mette in scena il mistero dietro ogni relazione. All’inizio Caterina è detestabile, lega la sorella, gli altri personaggi quando lei non c’è la criticano e ne parlano male.
Ma poi Caterina è disperata quando Petruccio non si presenta al matrimonio. Il suo cambiamento avviene dietro le quinte, dopo aver incontrato Petruccio. 

Ci puoi dire nella “Bisbetica” quale parte ti piace di più? E quale ti fa più ridere?
La parte che mi fa più ridere è quando Caterina incontra Petruccio, è una cavalla matta.
La parte che mi piace di più è quando lei si arrende a Petruccio, il discorso del Sole e della Luna: è giorno e lui le chiede se quella nel cielo sia il sole o la luna, e Caterina risponde: “Se volete che sia Luna, Luna sarà!”. È un momento di sottomissione, ma mi piace l’idea che la donna usi la sua intelligenza per convivere con un mondo tutto al maschile. È così tutt’oggi: le donne ci devono mettere più intelligenza per stare in un mondo al maschile.  

Ti piace Shakespeare? Hai interpretato altri personaggi di Shakespeare? 
In questi giorni avrei dovuto interpretare Macbeth per la regia di Carmelo Ricci.
Shakespeare mi piace moltissimo, è misterioso, malinconico, vero. In un libro bellissimo che descrive le figure di Shakespeare, si individua l’invidia come sentimento che muove le azioni di tutti i suoi personaggi. L’invidia è un sentimento molto umano, ha un lato positivo come stimolo a migliorarsi, ma possiamo metterci dentro anche della malvagità, bisogna stare attenti. 

Ti piace fare l’attore come mestiere?
Mi piace moltissimo. Se non facessi l’attore sarei più infelice. Un attore vive 100 vite: uomo, donna, giovane, vecchio. Questo mestiere ti permette di studiare l’animo umano in tutte le sue sfaccettature. È un percorso di conoscenza profondo del proprio io. Però il rischio è quello di avere poi un io smisurato!
Quando sono in scena sono grato alla vita, ne sono consapevole in particolare quando ascolto i miei compagni recitare mentre io sono fuori scena.

1 commento:

  1. Ciao Claudia! Ho letto la tua intervista e l'ho trovata molto interessante. Mi hai fatto venire voglia di vedere lo spettacolo!

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