venerdì 26 marzo 2021

Diverso...da chi?

 
Progetto sul tema della diversità, Classe IV (a.s. 2016) Professoressa Milena Racca
 
Il concetto di diversità ha sempre attirato molto noi di DistrArti. Un po' perché ci sentiamo unici e particolari, un po' perché siamo in una scuola che ci spinge a tirare fuori le nostre diversità attraverso l'arte e l'espressione di noi stessi. 

 

Le diversità ci sono, esistono, ognuno di noi ha il proprio modo di vivere e stare “nel” mondo e “con” il mondo. 
Crediamo anche che dalle differenze possano sempre nascere nuove possibilità di crescita e sviluppo.

Diverso per noi  è sinonimo di dinamico, aperto, creativo; la diversità ti spinge a dialogare, ti accende la curiosità e la voglia di conoscere.

L'aspetto fastidioso è che a volte, a causa delle nostre particolarità, ci sentiamo giudicati. Tendiamo allora a nasconderle o ad adeguarci a ciò che ci sembra più normale, più uguale agli altri.
È per questo che si dovrebbe parlare delle diversità, non nasconderle o accettarle incondizionatamente.

Diverso ma uguale. Questo concetto sembra un controsenso ma non lo è. Si tratta del desiderio che abbiamo un po' tutti di essere apprezzati proprio per la nostra fisicità inusuale, il nostro particolare modo di esprimerci, il nostro stile unico nel suo genere. Ma allo stesso tempo abbiamo anche voglia di essere simili agli altri, di poter condividere interessi, pensieri e sogni con chiunque abbia voglia di amarci e apprezzarci così come siamo.

La nostra Anastasija, molto attiva su questo blog, sa bene cosa sia la diversità e ha voluto condividere con noi una pagina del suo diario, un compito scritto su indicazione della professoressa Bertolusso. 
 
 
Pubblichiamo molto volentieri le sue parole sincere e precise, legate insieme da un personalissimo e irresistibile stile di scrittura.

Cara Ginevra,
Ieri e oggi con una professoressa abbiamo letto o interpretato dialoghi di libri o film che parlano della Shoah; da qui abbiamo iniziato a parlare di che cosa è la normalità e di che cosa è la diversità e, visto che sono qui chiusa in casa, mi domando: chi è il normale? Chi è il diverso?
Di una cosa sono certa: io sono diversa.
La mia diversità si vede da fuori: la mia parte sinistra del corpo non va. Io le dico di muoversi, ma lei non ce la fa! Però in compenso la parte destra è così veloce e possente che la mia squadra di nuoto mi chiama Saetta! All’età di otto anni ho avuto un intervento di EMISFERECTOMIA… che parolona!!! In pratica la parte destra del mio cervello rompeva le scatole, così me l’hanno tolta. Ora sto bene ma ho perso la vista da un occhio, ma in compenso ci ho guadagnato delle placche in testa che mi fanno sentire un po’ un cyborg. Ma stai tranquilla, mia cara amica; se passo sotto un metal detector non suono né prendo la scossa!!! Ma la diversità più grande è nella mia difficoltà a parlare: i  miei pensieri sono quelli dei miei coetanei, ma è come se non riuscissero a trasformarsi in parole. 

Eppure sono uguale ai miei compagni!
Amo la musica e adoro il rock; impazzisco per il nuoto; amo andare in disco, vedere musical a teatro, mostre di arte, scatenarmi ai concerti, fare shopping e studiare storia!
Odio matematica e scienze, i forti rumori e pulire camera mia! Odio quando le persone mi guardano in modo strano e quando mi emarginano solo perché io sono diversa...ma io sono uguale!
Dalla mia diversità sto imparando che essere diversi non significa valere di meno e che la diversità è una gemma preziosa, un valore aggiunto che ci rende tutti speciali e unici e non bisogna averne paura! 
Quindi forse chi emargina,  chi esclude, chi è violento con il diverso è solo perché non lo conosce e ne ha paura...io devo imparare a farmi conoscere senza aver io stessa paura della mia diversità...
Tua A.
Logo sul tema della diversità - Carolina Cristino, ex studentessa Liceo Artistico Pinot Gallizio

Ringraziando Anastasija per averci permesso di riflettere leggendo il suo diario, chiudiamo questo post con un video che vi invitiamo a guardare. Ci auguriamo che ci spinga a vedere la diversità con gli occhi di un bambino.




La redazione di DistrArti in Quarantena

martedì 2 febbraio 2021

27 gennaio: giornata della memoria


Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. È stato scelto questo giorno per commemorare ogni anno la Shoah e lo sterminio di oltre 6 milioni di ebrei e soprattutto, per interrogarsi sul perché della discriminazione dell'uomo contro altri uomini.

Nel corso della settimana del 27 gennaio anche le classi seconde del Liceo Artistico Pinot Gallizio di Alba hanno ricordato la tragedia dell'Olocausto, confrontandosi sull'argomento in un’attività di gruppo.

Sia in presenza che a distanza, sono state proposte letture animate e rielaborazioni personali di opere letterarie, storiografiche e cinematografiche.

Lavorando con grande senso di responsabilità e un pizzico di originalità, i ragazzi hanno saputo presentare l'argomento ai compagni e farne oggetto di dibattito costruttivo.

Vorremmo condividere con voi alcuni dei loro elaborati, per celebrare la Giornata della Memoria con il pensiero che i genocidi non sono storia passata, ma continuano ad essere cronaca, perché l’umanità deve ancora imparare tanto dai propri errori. 

La redazione di DistrArti in Quarantena 

mercoledì 25 novembre 2020

25 NOVEMBRE: IL MONDO SI TINGE DI ARANCIONE

Lo spunto per iniziare il nostro post per parlare della giornata del 25 Novembre parte dallo slogan che accompagna e che ispira UNiTE , l’ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment femminile, che trova nel 25 novembre, “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e di genere”, il momento di massima riflessione su questo tema.

Orange the world, Orangez le monde, Colora il mondo di arancione ...ovvero inondalo con il colore del sole e della vita

Palinsesti, manifesti, dibattiti, slogan, ponti illuminati, panchine addobbate, piazze disseminate di scarpe rosse…

Tutto per 24 ore, in Italia e nel mondo, parla di donne e delle violenze che subiscono: a casa, al lavoro, per mano di un compagno piuttosto che di un estraneo. 

OLTRE LA GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Che non sia tuttavia solo un giorno, solo una data a ricordare la violenza sulle donne. 

Troppe le vittime di questa pandemia sommersa, per usare un termine ricorrente in questo periodo… sommersa perché spesso silenziosa, taciuta, nascosta. Alcune vittime sono donne che non hanno la forza per reagire, per dire basta, per denunciare, per scappare. Le altre vittime purtroppo sono quelle silenziate per sempre: uccise spesso solo perché donne.

Sono talmente tante le donne che subiscono violenze che il rischio è quello di non notarle più e di rendere così le vittime di femminicidio per l’ennesima volta invisibili.

Su di loro, infatti, troppo spesso il faro si accende solo il 25 novembre, una data simbolica divenuta, purtroppo, un tragico appello di chi non c’è più.

Questa data in realtà segna solo l'inizio di "16 giorni di attivismo contro la violenza di genere", durante i quali si svolgono azioni e si organizzano eventi con lo scopo di contrastare la violenza sulle donne e di genere. I 16 giorni si concludono proprio il 10 dicembre, giornata internazionale dei diritti umani, per sottolineare che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani!

LE MILLE FORME DI SOPRUSI

La morte è il prezzo più alto pagato dalle donne che si trovano ad avere a che fare con violenza maschile, ma non è l’unico. I soprusi, infatti, hanno molte forme e quando si manifestano per la prima volta sono spesso quasi irriconoscibili. Anche perché, nella maggior parte dei casi, il carnefice è colui che dice di amare: un marito o un fidanzato, familiari, padri, seguiti da amici, vicini di casa, conoscenti stretti, colleghi di lavoro o di studio.

Stalking e aggressioni verbali e psicologiche sono i primi campanelli d’allarme. Il controllo ossessivo del cellulare e delle frequentazioni segue a ruota, non meno grave di soprusi fisici o sessuali. Pena la vendetta, che nel 2020 passa anche dal digitale, e da quel revenge porn che con un click può segnare per sempre la vita di una donna.

Una forma di violenza contro le donne è la violenza economica che consiste nel controllo del denaro da parte del partner, nel divieto di intraprendere attività lavorative esterne all'ambiente domestico, al controllo delle proprietà e al divieto ad ogni iniziativa autonoma rispetto al patrimonio della donna

Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita.

PERCHÉ SI È SCELTO COME GIORNO IL 25 NOVEMBRE

È stata l’assemblea dell’Onu, nel 1999, a scegliere questa data in ricordo del sacrificio delle sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, stuprate, torturate e uccise dagli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo in Repubblica Dominicana. Le tre sorelle sono passate alla storia anche con il nome di Las Mariposas (le farfalle), per il coraggio dimostrato nell’opporsi alla dittatura, lottando in prima persona per i diritti delle donne.

Un episodio di violenza più che mai attuale, considerando che, secondo il rapporto Onu “Global Study on Homicide 2019”, nel mondo si verificano mediamente circa 140 femminicidi ogni giorno, uno ogni 10 minuti.

LA VIOLENZA SULLE DONNE IN ITALIA NEL 2020

E nel nostro Paese le cose non vanno meglio. Nel 2020 sono infatti calati gli omicidi rispetto al 2019, ma non quelli di genere perpetuati contro le donne: nei primi dieci mesi del 2020 le donne vittime di omicidio sono state 91, una ogni tre giorni, è quanto emerge dal VII Rapporto Eures sul femminicidio in Italia. Il dato che salta agli occhi è sicuramente questo: durante il lockdown le chiamate al 1522 (TELEFONO ROSA Numero di aiuto per effettuare la denuncia di violenza) sono aumentate del 73%

DIFFICILE DENUNCIARE LE VIOLENZE SUBITE

Le donne spesso faticano a rivolgersi alle forze dell’ordine per paura di ritorsioni ulteriori, perché convinte in qualche modo di meritarsi quello che subiscono, per paura di non essere credute o perché non si sentono abbastanza tutelate dalla legge.

IL SISTEMA DI CONTRASTO È ANCORA INADEGUATO

La violenza alle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico, mancano tuttavia politiche in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione. Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo.

Più di vent’anni fa, la Seconda conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui diritti umani, definiva quelli delle donne.

Dal punto di vista interno, a partire dagli anni ’70 è stata messa in atto una stratificata opera di modernizzazione della legislazione, culminata nel 2013 con la ratifica dell’Italia della Convenzione di Istanbul (legge 27 giugno 2013 n. 77) e l’emanazione della cosiddetta legge sul femminicidio (d.l. 14 agosto 2013, n. 93).

«I diritti umani delle donne sono un’inalienabile, integrale e indivisibile parte dei diritti umani universali. La completa ed uguale partecipazione delle donne nella vita politica, sociale ed economica a livello nazionale, regionale ed internazionale e lo sradicamento di tutte le forme di discriminazione in base al sesso sono l’obiettivo prioritario della comunità internazionale».

Il passo avanti fatto dal nostro Paese con l’approvazione della legge 69/2019, ovvero il famoso Codice Rosso, non basta. Nonostante la legge rafforzi il quadro giuridico globale, a scoraggiare la denuncia è anche la non certezza della pena, la lunghezza dei processi e l’alto numero di archiviazioni di casi, spesso dovuti alle inadempienze dei tribunali e a un sistema giuridico e burocratico che, nel suo insieme, non tutela la donna e i suoi diritti. 

La nostra selezione di video per approfondire il tema  

Messaggio della Presidente dell'Unione Europea Von der Leyen allo Women’s Forum

Uniti per i Diritti Umani breve storia dei diritti umani

La sfida tra donne e uomini. Esperimento sulla disuguaglianza

Trailer del film “Fiore del Deserto”

“Quello che le donne non dicono” – Fiorella Mannoia

“Donna” – Mia Martini

Il monologo di Paola Cortellesi - David di Donatello 2018

 

Il monologo di Vanessa sulla bellezza dell'imperfezione - 20 anni che siamo italiani 06/12/2019

 

 

Libri e letture

"Io sono Malala" di Malala Yousafzai

"Il traduttore del silenzio" di Daoud Hari

"La città della gioia" di Dominique Lapierre

"Mille splendidi soli" Kaleb Hosseini

 

Ora come sempre vi aspettiamo: inviateci commenti,  spunti, idee e tutto ciò che pensate possa servire per approfondire l'argomento.

La Direzione di DistrArti in Quarantena