venerdì 22 maggio 2020

Rosso Malpelo: l'abbandono non ha confini



«Così si persero persin le ossa di Malpelo, e i ragazzi della cava abbassano la voce quando parlano di lui nel sotterraneo, ché hanno paura di vederselo comparire dinanzi, coi capelli rossi e gli occhiacci grigi.»

Un grande classico della letteratura italiana per questo nuovo post di DistrArti, la novella di Rosso Malpelo di Giovanni Verga, pubblicata per la prima volta nel 1878 nella rivista «Fanfulla della domenica» e in seguito  inserita in Vita dei campi (1880), la prima grande raccolta di novelle dell'autore siciliano.

Nella scelta dell’ambientazione e del tema l'autore si ispira a un dibattito molto attuale nella società dell’epoca, quello sulle condizioni di lavoro nelle miniere e sullo sfruttamento del lavoro minorile. In particolare lo spunto venne a Verga dall’inchiesta Il lavoro dei fanciulli nelle zolfatare siciliane del 1876.
Rosso Malpelo racconta la vicenda di bambini sfruttati in miniera, ma non solo sfruttati, bambini che vivono nella solitudine e nell'abbandono della diversità; perché Rosso Malpelo rappresenta il diverso proprio per via del suo colore!


Una storia antica quella di Rosso Malpelo di Giovanni Verga che tuttavia ha un significato ancora assolutamente moderno.
Secondo i dati dell'ILO, nel mondo 74 milioni di bambini sono impiegati in varie forme di lavoro pericoloso, come il lavoro in miniera, a contatto con sostanze chimiche e pesticidi agricoli o con macchinari pericolosi.
E' il caso dei bambini impiegati nelle miniere in Cambogia, nelle piantagioni di tè nello Zimbabwe, o che fabbricano bracciali di vetro in India.

Per saperne di più leggi i datti dell'Unicef sullo sfruttamento minorile
 https://www.unicef.it/doc/364/lavoro-minorile.htm#
Nel 2007 nelle sale cinematografiche è uscito il fim denuncia Rosso Malpelo per la regia di Pasquale Scimeca. Il film fa da ponte per un progetto umanitario di grande portata, teso a liberare dalla schiavitù del lavoro in miniera mille bambini boliviani. Un sogno inseguito anche dalla troupe del film, dal momento che tutti, dagli attori ai tecnici, hanno rinunciato anche a una parte di stipendio, lavorando al minimo sindacale.


Il video-racconto che vi proponiamo è realizzato attingendo ancora una volta dalle illustrazioni del libro di Tony alternate però proprio dalle immagini tratte dal film di Pasquale Scimeca.
La voce narrante, calda e vellutata, è di Silvia Gatti prof di italiano e di sostegno del Liceo Artistico, che ha letto la novella in esclusiva per noi di Distrarti!

Elisabetta

Nessun commento:

Posta un commento