sabato 21 novembre 2020

In medias res: lettera della redazione


"Camminava a passo spedito verso l'ingresso della scuola. Era già metà Novembre e al mattino presto iniziava a fare freddo. 
Aprí la porta e immediatamente, come tutti i giorni, gli si appannarono gli occhiali. Sospirò. Nonostante avesse provato ogni tipo di trucco disponibile su internet doveva ancora trovarne uno che funzionasse veramente.
 
Mascherina e occhiali non andavano d' accordo!
 
Iniziò poi il solito rituale. Si igienizzò le mani, si piazzò davanti al termoscanner, che segnò 36.4 e salutò i bidelli, seduti al loro tavolo, dietro al vetro di protezione.
Ormai dall'inizio del mese la scuola era quasi deserta, si incontrava qualche collega e pochi ragazzi, che a turno, per evitare assembramenti, facevano i laboratori o seguivano la DAD. 
Arrivò alla sua classe ed entrò, si sedette alla cattedra, solo. Aprí il computer e dopo aver atteso il caricamento, schiacciò sul link che lo portava direttamente alla sua classe virtuale, dove i suoi alunni lo stavano aspettando. 
 

"Buongiorno prof", "Salve!" Sorrise e salutò i ragazzi. Non riusciva proprio ad abituarsi alla didattica a distanza. A quello schermo diviso in 25 caselle. Alcune con dentro i ragazzi di seconda, altre nere perché gli alunni avevano disattivato la telecamera, altre ancora mancanti perchè qualcuno non era ancora collegato ("Scusi Prof! Ma ho avuto problemi di connessione!").
Poi tutti in silenzio, in attesa. Comunque fosse, lui era il professore e doveva fare lezione. Sospirò per la seconda volta. E iniziò a con l'appello..."



Se qualcuno dovesse scrivere un libro per raccontare la scuola dell'ultimo anno probabilmente questo potrebbe essere l'incipit. Sarebbe interessante iniziare il racconto in medias res, ovvero non dal principio della storia ma nel bel mezzo degli eventi, proprio come ha fatto Virgilio con l'Eneide.

Immaginiamo una persona, ignara dei fatti accaduti quest'anno, davanti a questo incipit. Si troverebbe subito nel cuore della storia e leggere di una situazione strana, irreale, anche se in un contesto noto come la scuola, gli farebbe venire voglia di saperne di più.

Il fatto è che noi, come Enea nel poema di Virgilio, siamo nella storia, siamo i protagonisti, l'abbiamo vissuta tutta e sappiamo cosa è successo prima. 

Conosciamo bene le trasformazioni che ha subito la scuola in questi mesi. I cambiamenti, le modifiche, gli adattamenti che sono stati fatti per riuscire a fare le cose in sicurezza, ma poterla comunque chiamare "scuola". 


Solo a gennaio di quest'anno eravamo come l'immaginario lettore di questo incipit. Non avremmo mai pensato che si potessero fare lezioni a distanza o che si potesse portare la creta a casa per modellarla davanti alla prof, che dietro a uno schermo desse suggerimenti o che fosse così strano e difficile stare distanti dai compagni, dai professori, dalla scuola.

Invece ora siamo nel mezzo degli eventi e ci sentiamo in molti modi: cambiati, consapevoli, stanchi, incerti, stufi, abituati, prudenti. 

Le sensazioni che prevalgono, per noi di DIStrARTI in quarantena, sono le stesse che ci hanno portato a creare il blog all'inizio: la voglia di stare veramente insieme e il desiderio di creare, fare arte, essere interessati a ciò che ci circonda e divertirci.

Quindi, di nuovo come il nostro Enea, anche se non abbiamo potere di cambiare il corso degli eventi, possiamo scegliere di agire sulla nostra attitudine ad affrontare le cose e restare coraggiosi, curiosi, creativi, bisognosi dell'altro.

In medias res, in mezzo alle cose ci siamo ora, non all'inizio e non alla fine. E non possiamo fare altro che starci nel miglior modo possibile



Perciò, con queste premesse, riprendiamo il nostro blog. Con l'intenzione di riempirlo, come l'anno scorso, di arte, pensieri e di tante cose che, nonostante tutto, ci fanno star bene.


La redazione di DistrArti in quarantena




Nessun commento:

Posta un commento