mercoledì 25 novembre 2020

25 NOVEMBRE: IL MONDO SI TINGE DI ARANCIONE

Lo spunto per iniziare il nostro post per parlare della giornata del 25 Novembre parte dallo slogan che accompagna e che ispira UNiTE , l’ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment femminile, che trova nel 25 novembre, “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e di genere”, il momento di massima riflessione su questo tema.

Orange the world, Orangez le monde, Colora il mondo di arancione ...ovvero inondalo con il colore del sole e della vita

Palinsesti, manifesti, dibattiti, slogan, ponti illuminati, panchine addobbate, piazze disseminate di scarpe rosse…

Tutto per 24 ore, in Italia e nel mondo, parla di donne e delle violenze che subiscono: a casa, al lavoro, per mano di un compagno piuttosto che di un estraneo. 

OLTRE LA GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Che non sia tuttavia solo un giorno, solo una data a ricordare la violenza sulle donne. 

Troppe le vittime di questa pandemia sommersa, per usare un termine ricorrente in questo periodo… sommersa perché spesso silenziosa, taciuta, nascosta. Alcune vittime sono donne che non hanno la forza per reagire, per dire basta, per denunciare, per scappare. Le altre vittime purtroppo sono quelle silenziate per sempre: uccise spesso solo perché donne.

Sono talmente tante le donne che subiscono violenze che il rischio è quello di non notarle più e di rendere così le vittime di femminicidio per l’ennesima volta invisibili.

Su di loro, infatti, troppo spesso il faro si accende solo il 25 novembre, una data simbolica divenuta, purtroppo, un tragico appello di chi non c’è più.

Questa data in realtà segna solo l'inizio di "16 giorni di attivismo contro la violenza di genere", durante i quali si svolgono azioni e si organizzano eventi con lo scopo di contrastare la violenza sulle donne e di genere. I 16 giorni si concludono proprio il 10 dicembre, giornata internazionale dei diritti umani, per sottolineare che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani!

LE MILLE FORME DI SOPRUSI

La morte è il prezzo più alto pagato dalle donne che si trovano ad avere a che fare con violenza maschile, ma non è l’unico. I soprusi, infatti, hanno molte forme e quando si manifestano per la prima volta sono spesso quasi irriconoscibili. Anche perché, nella maggior parte dei casi, il carnefice è colui che dice di amare: un marito o un fidanzato, familiari, padri, seguiti da amici, vicini di casa, conoscenti stretti, colleghi di lavoro o di studio.

Stalking e aggressioni verbali e psicologiche sono i primi campanelli d’allarme. Il controllo ossessivo del cellulare e delle frequentazioni segue a ruota, non meno grave di soprusi fisici o sessuali. Pena la vendetta, che nel 2020 passa anche dal digitale, e da quel revenge porn che con un click può segnare per sempre la vita di una donna.

Una forma di violenza contro le donne è la violenza economica che consiste nel controllo del denaro da parte del partner, nel divieto di intraprendere attività lavorative esterne all'ambiente domestico, al controllo delle proprietà e al divieto ad ogni iniziativa autonoma rispetto al patrimonio della donna

Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita.

PERCHÉ SI È SCELTO COME GIORNO IL 25 NOVEMBRE

È stata l’assemblea dell’Onu, nel 1999, a scegliere questa data in ricordo del sacrificio delle sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, stuprate, torturate e uccise dagli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo in Repubblica Dominicana. Le tre sorelle sono passate alla storia anche con il nome di Las Mariposas (le farfalle), per il coraggio dimostrato nell’opporsi alla dittatura, lottando in prima persona per i diritti delle donne.

Un episodio di violenza più che mai attuale, considerando che, secondo il rapporto Onu “Global Study on Homicide 2019”, nel mondo si verificano mediamente circa 140 femminicidi ogni giorno, uno ogni 10 minuti.

LA VIOLENZA SULLE DONNE IN ITALIA NEL 2020

E nel nostro Paese le cose non vanno meglio. Nel 2020 sono infatti calati gli omicidi rispetto al 2019, ma non quelli di genere perpetuati contro le donne: nei primi dieci mesi del 2020 le donne vittime di omicidio sono state 91, una ogni tre giorni, è quanto emerge dal VII Rapporto Eures sul femminicidio in Italia. Il dato che salta agli occhi è sicuramente questo: durante il lockdown le chiamate al 1522 (TELEFONO ROSA Numero di aiuto per effettuare la denuncia di violenza) sono aumentate del 73%

DIFFICILE DENUNCIARE LE VIOLENZE SUBITE

Le donne spesso faticano a rivolgersi alle forze dell’ordine per paura di ritorsioni ulteriori, perché convinte in qualche modo di meritarsi quello che subiscono, per paura di non essere credute o perché non si sentono abbastanza tutelate dalla legge.

IL SISTEMA DI CONTRASTO È ANCORA INADEGUATO

La violenza alle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico, mancano tuttavia politiche in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione. Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo.

Più di vent’anni fa, la Seconda conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui diritti umani, definiva quelli delle donne.

Dal punto di vista interno, a partire dagli anni ’70 è stata messa in atto una stratificata opera di modernizzazione della legislazione, culminata nel 2013 con la ratifica dell’Italia della Convenzione di Istanbul (legge 27 giugno 2013 n. 77) e l’emanazione della cosiddetta legge sul femminicidio (d.l. 14 agosto 2013, n. 93).

«I diritti umani delle donne sono un’inalienabile, integrale e indivisibile parte dei diritti umani universali. La completa ed uguale partecipazione delle donne nella vita politica, sociale ed economica a livello nazionale, regionale ed internazionale e lo sradicamento di tutte le forme di discriminazione in base al sesso sono l’obiettivo prioritario della comunità internazionale».

Il passo avanti fatto dal nostro Paese con l’approvazione della legge 69/2019, ovvero il famoso Codice Rosso, non basta. Nonostante la legge rafforzi il quadro giuridico globale, a scoraggiare la denuncia è anche la non certezza della pena, la lunghezza dei processi e l’alto numero di archiviazioni di casi, spesso dovuti alle inadempienze dei tribunali e a un sistema giuridico e burocratico che, nel suo insieme, non tutela la donna e i suoi diritti. 

La nostra selezione di video per approfondire il tema  

Messaggio della Presidente dell'Unione Europea Von der Leyen allo Women’s Forum

Uniti per i Diritti Umani breve storia dei diritti umani

La sfida tra donne e uomini. Esperimento sulla disuguaglianza

Trailer del film “Fiore del Deserto”

“Quello che le donne non dicono” – Fiorella Mannoia

“Donna” – Mia Martini

Il monologo di Paola Cortellesi - David di Donatello 2018

 

Il monologo di Vanessa sulla bellezza dell'imperfezione - 20 anni che siamo italiani 06/12/2019

 

 

Libri e letture

"Io sono Malala" di Malala Yousafzai

"Il traduttore del silenzio" di Daoud Hari

"La città della gioia" di Dominique Lapierre

"Mille splendidi soli" Kaleb Hosseini

 

Ora come sempre vi aspettiamo: inviateci commenti,  spunti, idee e tutto ciò che pensate possa servire per approfondire l'argomento.

La Direzione di DistrArti in Quarantena

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